Nella tradizione cattolica italiana il battesimo avviene nei primi mesi di vita dei bambini: molto spesso, quindi, quando si riceve questo sacramento non si è nella condizione di poter scegliere.
Da qualche anno, però, è possibile chiedere di essere sbattezzati: si tratta di una pratica semplice e generalmente abbastanza veloce, che nei fatti permette di annullare la propria appartenenza alla Chiesa cattolica.
Sbattezzo: cos’è e come nasce
Quella dello sbattezzo è una pratica relativamente recente: le prime iniziative a sostegno del diritto di sbattezzarsi risalgono agli anni 80, mentre il primo provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali porta la data del 1999.
La rivendicazione di questo diritto, conquistato grazie al lavoro di alcune associazioni laiche, poggia su un presupposto molto semplice: molto spesso il sacramento viene somministrato quando si è molto piccoli, perciò quando si viene battezzati non si è nella condizione di scegliere. Giunti all’età della piena consapevolezza, però, è giusto avere la possibilità di decidere se far parte o meno della comunità della Chiesa Cattolica.
Spinta da questa convinzione, nel 1995 l’associazione UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti) ha avviato la prima campagna di “bonifica statistica” dei battezzati. La reazione dei parroci a cui venivano inviate le lettere di cancellazione, però, risultarono “fumose ed evasive”, così l’UAAR decise di spostare il confronto in sede giudiziaria, facendo ricorso al Garante per la protezione dei dati personali.
Secondo il provvedimento del Garante, emanato nel 1999, il battesimo non può essere cancellato, poiché documenta un episodio realmente avvenuto. D’altro canto, è possibile far annotare la propria volontà di non appartenere alla Chiesa Cattolica.
Sbattezzo: quali sono le conseguenze?
Come si legge nel provvedimento del Garante, una volta preso atto della volontà del cittadino di abbandonare una certa comunità, “ne discende l´impossibilità di continuare a considerare la persona in questione come ancora appartenente al gruppo”.
Ciò significa, continua il Garante, che da quel momento non è più possibile considerare la persona fra gli aderenti alla comunità, neanche “per eventuali attività (anche statistiche) che dovessero compiersi successivamente a detta manifestazione di volontà”.
La prima conseguenza dello sbattezzo, quindi, è quella di non essere più considerati come persona cattolica nelle statistiche pubblicate pubblicati all’interno degli Annuari Pontifici, che ancora nel 2008 dichiaravano cattolico il 95,64% degli italiani).
Dal punto di vista della Chiesa lo sbattezzo coincide con l’apostasia, il peccato mortale che si compie abbandonando il proprio credo. Secondo la dottrina, questo peccato prevede la scomunica automatica, che comporta le seguenti conseguenze:
- si viene esclusi dai sacramenti;
- si è privati delle esequie (se non dopo pentimento);
- non si può assumere l’incarico di padrino o madrina nei sacramenti;
- non è possibile sposarsi in chiesa se non dopo aver ottenuto la licenza del vescovo.
Se queste limitazioni sono considerate accettabili, è possibile sbattezzarsi: per poter richiedere l’uscita formale dalla Chiesa è necessario aver compiuto 16 anni di età (o avere l’approvazione scritta dei genitori).
Come sbattezzarsi
Per sbattezzarsi è sufficiente inviare una Raccomandata A/R alla parrocchia in cui si è stati battezzati, in cui si chiede che venga annotata la propria volontà di non fare più parte della Chiesa Cattolica e a cui va allegata una fotocopia del proprio documento d'identità.
Se non si conosce la parrocchia di battesimo, si può tentare una ricerca sul portale della Conferenza Episcopale Italiana, oppure rivolgersi alla parrocchia in cui si sono svolti la comunione (a partire dal 1984) o la cresima. Se ci si è sposati con rito cattolico, si può anche inviare richiesta alla parrocchia in cui si sono celebrate le nozze per sapere dove si è stati battezzati.
Il parroco è tenuto a rispondere entro 15 giorni dal ricevimento della missiva, inviando una lettera in cui viene confermata l’annotazione di quanto richiesto sull’atto di battesimo o sul registro dei battezzati. In caso di mancato riscontro, è possibile rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali.
Sbattezzo online: come fare
Esiste anche la possibilità di sbattezzarsi via email o PEC, se si conosce l’indirizzo della parrocchia: c’è da dire però che non tutte le parrocchie hanno abbracciato la rivoluzione digitale, e potrebbe essere difficile trovare riferimenti in tal senso.
Grazie al servizio di Disdetta Legale, però, oggi è possibile sbattezzarsi online a prescindere dal grado di informatizzazione della parrocchia: per richiedere lo sbattezzo è sufficiente compilare i campi dell’apposito modulo online, allegare il proprio documento d’identità in formato JPG o PDF e firmare il documento seguendo le istruzioni.
Il servizio si occuperà di stampare e inviare la richiesta tramite Raccomandata con ricevuta di ritorno, dando piena validità legale alla comunicazione e alla sua data d’invio.